lunedì 5 febbraio 2018

IL PARTITO DI OLIVELLI


 Chi votiamo?...
Io voto il Partito di Olivelli.
Il partito di Olivelli non c'è. Il partito di Olivelli, di Aldo Gastaldi "Bisagno", di Eugenio Corti, di Giovanni Guareschi. Gente troppo impegnata a fare l'Italia, a insegnare senza cattedre, a lavorare sul serio, a indignarsi senza odiare nessuno, a combattere senza ferire. E' un partito che non c'è, ma non per opportunismo, non per trasformismo.
I partiti politici nascono, riempiono di simboli e parole d'ordine l'anima di tutti, spaccano il mondo a parole e dopo dieci anni spariscono, si trasformano, si fondono e si rifondano, e in queste tempeste in bicchieri d'acqua tanti galleggiano e sorridono sempre.
Olivelli e i suoi non erano musoni, ma sorridevano quando c'era da sorridere. Non parlavano quasi mai di diritti, troppo impegnati a fare il loro dovere. Per questo il loro partito non esiste.
I partiti politici parlano sempre di diritti, non si va a chiedere voti parlando di doveri. L'unico dovere che vi chiedono è quello di votare per loro, poi diritti per tutti, anche i più strampalati e capovolti.
Il partito di Olivelli, di Bisagno...tutta gente morta da decenni?
No, c'è ancora gente così. Oggi sono i cristiani siriani e iracheni che tornano a ricostruire le loro case e le loro chiese, che non hanno ceduto alla creazione dell'ennesima milizia armata, convinti che certe cose le debba fare uno stato, e piuttosto si arruolano.
Sono i cristiani cinesi, che dopo settant'anni ancora si ostinano a pregare con vescovi e preti veri, non violenti che si fanno decenni in campi di concentramento ma che, non essendo promossi dai media, non diventeranno mai dei Mandela.
Sono i ragazzi Pachistani che muoiono custodendo le chiese da quelli così convinti di un dio onnipotente e misericordioso da farsi saltare per aria loro e decine di innocenti.
Sono quelli che muoiono perdonando.
Ci sono anche tanti italiani che solo lo Spirito Santo tiene ancora in piedi, mentre la famiglia va a pezzi, lo stipendio di un lavoro precario è ormai come quello di Pechino, che mandano i figli a scuola e li educano ancora a qualcosa mentre anche tanti preti tacciono o peggio dicono che va bene tutto. A loro vorrei dire: non ho partiti da suggerirvi. Ma non sto zitto.
Io sto con Olivelli.